Uros Klabjan, feeling e relationship. PART II
Riprendiamo la visita da Klabjan pubblicata recentemente, se ve la siete persa la trovate qui.
Dopo l’introduzione e la gestione in vigna é tempo di entrare in cantina…
In Cantina
La famiglia imbottiglia dal 1988 ed è dal 1999 che non usano lieviti tecnici. Le fermentazioni sono assolutamente spontanee, o si ricercano tali perché se necessario Uros puó ricorrere ad un pied de cuve; cosa che comunque non ama perché seleziona l’annata.
Le fermentazioni sono a zero solforosa aggiunta come tutta la cantina prima dell’imbottigliamento.
Ho bevuto vini con bassissime solforose che dire rustici sarebbe un elogio. Uros riesce a fare questo grazie ad un prodotto iniziale assolutamente eccellente.
Uros ha due gamme di vini che etichetta con colori diversi: etichetta nera o bianca (black e white label).
La white label é prodotta con vigne sotto i 25 anni e usa l’uva delle vigne sui cinque anni per dare freschezza al Sauvignon.
L’etichetta nera non ha solforosa per principio e se necessaria puó arrivare a 15-20 mg/l.
All’etichetta bianca prima dell’imbottigliamento viene aggiunta un minimo di solforosa, comunque minore di 25mg/l.
Le dosi al netto della solforosa presente naturalmente nell’uva sono da intendersi totali (libera + combinata).
Lo si nota anche da qualche moscerino attorno alle botti, sinonimo del fatto che il vino sia sano e senza solforosa.
Anche in cantina le cose vengono trattate con il suo feeling.
Tutte le parcelle vengono vinificate singolarmente e poste chi in acciaio, chi in uova di cemento, chi in botte grande, chi in barrique di legno esausto (una barrique riporta l’anno 2012).
Vengono assemblate di prassi dopo un anno e mezzo per uscire sul mercato al secondo anno.
Ma Uros ha tante cose che stanno maturando da anni: animale curioso e innamorato quale è vorrà stupirsi di una qualche sua idea.
“Il vino non si fa solo in vigna ma in testa”, dice.
Anche le macerazioni sono diverse, fino a cinque giorni per la white label e quattordici giorni per la black. Ma per la black label dipende molto dall’esposizione della parcella.
Il lato centrale e nord porta buccia più spessa, ed il parcellare macera quattordici giorni mentre il lato sud con buccia più sottile macera cinque giorni.
Considerando che le parcelle sono dodici, si vede quanto lavoro ci sia in cantina.
Uros non filtra, non smuove il vino sulle fecce e non fa macerazioni marcate perché il vino ha già sostanza.
Il vino Istriano non si smuove e non cerca le grandi macerazioni.
Questa una grande differenza con gli stessi uvaggi sul Carso.
Il Carso porta uve più delicate che vanno macerate e poi le fecce fini vanno smosse per caricare il vino oltre che non portare riduzione.
Il feeling di Uros è in realtà grande comprensione tecnica e sentimentale del suo vino.
Può sembrare molto romantica l’immagine di un alchimista ma la mano del professionista la si vede e ne è esempio la gestione dei travasi.
Il travaso può essere considerato un’operazione contraddittoria: si cerca di ossigenare il vino ma allo stesso tempo si vuole anche proteggerlo dall’ossidazione, dannosa se eccessiva. Allo stesso modo, si tende da un lato a mantenere abbastanza a lungo il vino a contatto con le fecce per favorire la fermentazione malolattica, mentre dall’altro è bene non prolungare eccessivamente questo contatto per non generare odori e sapori sgradevoli, detti “di feccia”. La bravura del grande vignaiolo consiste anche nel capire quando e come gestire i travasi.
La gestione delle fecce mi sembra non preoccupare eccessivamente Uros, penso che i tempi di maturazione non siano tali ma capisco che sia innanzitutto la gestione parcellare e le diverse macerazioni a tenerle controllate.
Inoltre Uros ha ovviato ulteriormente integrando un imbuto di rame nella pompa dei travasi.
Il rame favorisce la riduzione dello zolfo, responsabile di quel tipo di odori di feccia, di chiuso e rancido.
Inoltre un imbuto di rame conferisce più fruttato ed apertura al vino come ci dimostra in diretta.
Assaggi
In questa zona non ci sono problemi d’acqua, in vento porta freschezza ed escursioni termiche ma in estate fa molto caldo. Uros raccoglie a piena maturità fenolica ma evitando la surmaturazione. Rifugge La rotonditá pesante nel suo vino.
Frutto, contesto dell annata e bevibilità sono le direttive.
La lunghezza é data dalla sapidità, che e’territorio e si esprime in note saline e minerali.
Malvasia 2020
Si capisce comunque come la white label voglia portare vini puliti e diretti.
Nota agrumata dolce, fiori bianchi, impronta minerale e sottofondo vegetale. Media intensità e buona persistenza.
Ci vuole almeno un anno ancora per esprimersi.
Malvasia 2018 vigne vecchie
L’estratto si sente e porta complessità con erbe aromatiche e balsamicità, il frutto si fa polposo e masticabile, buona persistenza e nota vegetale rinfrescante.