Vallée de La Marne :Pascal Mazet
In diretta dopo 1000 e rotti km prima di sapere dove dormiremo ci dirigiamo a Chigny-les-Roses un piccolo paesino fuori Reims.
attorno finalmente vediamo i primi filari di viti fitte, le viti dello champagne della Montagne de Reims.
Dalla foto si evince chiaramente chi non abbia guidato…
In Champagne sono permesse esclusivamente 4 forme di allevamento
a Chablis
a cordone speronato o a cordone di Royat
a Guyot : singola,doppia o asimmetrica.Proibita per Premiere Cru e Grand Cru
Vallée de la Marne (solo per il Pinot Meunier)
Vorrei soffermarmi un attimo sui principali vantaggi del cordone speronato o cordon de Royat per meglio capire cosa comporta dato che la stragrande maggioranza dei Pinot in Champagne é cosí allevato:
- i grappoli sono aerati ed il fogliame e’perfettamente esposto uniformemente al sole e gode di un trattamento uniforme
- e’un allevamento volto alla riduzione della produzione (-20 ,- 30%) e quindi ad una maggiore qualitá del frutto
- gli stadi di maturazione sono omogenei
di contro
- vigoria differenti delle gettate che necessitano di un buon livello tecnico da parte del vignaiolo per equilibrarle
- questo allevamento é piú sensibile a gelate e a fioriture premature in periodi delicati
- fertilitá ridotta fino al 20% del cordone alla base del ceppo,molto importante perché costituirá la nuova base di partenza l’anno successivo
- infatti in questo allevamento le gettate dal tronco vanno rinnovate per non incorrere in un invecchaimento prematuro del ceppo
Abbiamo contattato in un francese davvero rudimentale Pascal Mazet, un microproduttore artigianake con 2 hr Premier Cru vitati a pinot meunier, pinot noir e chardonnay piú una piccola parte di pinot blanc.
Pascal alleva il pinot noir ed il Meunier a cordone speronato ,allevamento tipico per quasi tutti i Pinot noir in Champagne.La potatura dello Chardonnay e il suo allevamento invece é”a Chablis”,che permette di avere i frutti alle estremitá dei cordoni.
Pascal ci viene incontro con un baffo arricciato da contrabbandiere, i capelli bianchi pettinati all ‘indietro, occhiali scuri sul capo ed un gran sorriso.
Ci fa visitare le cantine: si trovano dietro alla rimessa degli attrezzi; attraversiamo un caos di cianfrusiaglie con due Peugeot anni 60 parcheggiate ai lati.L’ atmosfera e’molto rustica come piace a noi. Pascal apre una botola di legno e scendiamo nelle cantine dove la sua produzione si compie.
12 gradi costanti con 80 per cento di umidita’, varie bottiglie accatastate che aspettano di essere impilate di anno in anno nelle spalliere.
Pascal ci va vedere il remuage che ogni giorno alle 8 compie con una velocita’stupefacente.
Produce 13000 bottiglie all’anno con viti di circa 40 anni vitate con densitá d impianto di 8000 viti per ettaro: sapevamo di quanto in champagne si piantasse fitto per mettere in competizione le viti, si puó arrivare anche a 10000 ceppi ettaro ma gia’con 8000 ci fa sorridere vedere queste viti alte mezzo metro distanti un metro le une le altre.
Pascal dice che ogni ceppo produce 2-3 grappoli di 100 gr circa ciascuno, non c’ é bisogno di irrigarle, le viti dopo uno strato di argilla di 40 cm scavano per 8 metri nel terreno.
Il terreno lo vediamo nel sotterraneo scavato interamente a mano nel 69:un muro di calcare, qui lo chiamano clés: marne, calcare ma soprattutti gesso. Questo il segreto che dona tanta finezza ed estema mineralitá ai vini, inoltre fa passare l acqua, trattiene l’umiditá e conserva il calore.
I vini di Pascal fanno almeno 4 anni sui lieviti ciascuno e per i millesimi si arriva a 10 anni.
Ogni cuvee’e’composta da almeno il 50 %vinificata in barrique ed il restante in acciaio.Ssolo la cuvee’original in cui mesce chardonnay e pinot blanc risulta interamente da vinificazione in barriqye.Questo per esaltare la vigna di pinot blanc centenaria.
Pascal si accosta alle botti, cava il tappo e controlla con l’orecchio se la fermentazione é ancora attiva.Dopo la fermentazione alcolica ora si sta compiendo la mallolattica. A 12 gradi i lieviti esclusivamente indigeni riescono a vinificare e anche a fare mallolattica, non oso immaginare cosa sarebbe questo vino senza mallolattica vista l’estrema freschezza che sentiremo poi all’assaggio.
Ci accomodiamo nel giardino rustico, attorno il paesino é davvero brutto, tetti e casermoni sgarruppati, molto fuori luogo anche il tavolo in plastica dove ci fa accomodare.
Gli assaggi:
Brut Tradition:45% Pinot Meunier,25% Chardonnay,30% Chardonnay:un bel colore dorato percorso da bolle fitte ,persistenti e fini,un naso piacevole di frutti a pasta bianca,una buona persistenza gustativa,molto fresco,una buona scelta da aperitivo.
Brut Nature:45% Pinot Meunier,25% Chardonnay,30% Chardonnay:un bel colore dorato,un naso interessante con note di mela e di ananas,bocca fresca e davvero lunga,interessante la nota trasversale quasi tagliente per freschezza che chiude in un finale leggermente amarognolo.
Unique(Biologico):42% Pinot Meunier,28% Chardonnay,30% Chardonnay:di colore oro richiama al naso la pera,la trama gustativa é piú che fine,quasi sospesa da una freschezza energica che tuttavia é la sola nota che percepisco.
Empreinte:42%Pinot Meunier 28%Pinot Noir 30%Chardonnay:in questo brut si percepisce bene la componente del Meunier che dona un fruttato fragrante mentre il Pinot Noir e lo Chardonnay portano una bella nota floreale e di miele.In bocca é abbastanza persistente sempre sostenuto da una freschezza che va a braccetto con una decisa e spiccata sapiditá.
Brut Originel:30%Pinot Meunier, 30%Pinot Noir,30%Chardonnay,10%Pinot Blanc:piú interessante al naso che in bocca.Ricorda la mandorla ed i fiori di acacia.La bocca é un pó seduta,piú sapida che fresca.
Brut Millesimato 2006:dorato,la bolla sale a grappoli,un naso davvero fine,fiori a profusione e vaniglia, a tenerli insieme una mineralita’esuberante che in bocca dona una bellissima eleganza gustativa dove la nota mielata e la sapiditá si rincorrono facendo prevalere in una bocca lunghissima ora l’una ora l’altra.